PADOV'E'


Questo progetto vuole indagare il legame tra identità e rappresentazione. Identità come affermazione e percezione interiore del sé; rappresentazione come percezione esterna, riconoscimento che proviene dagli altri. 
Nel momento in cui un uomo si ritrova con la propria immagine appesa al collo non si può nascondere, o meglio, non si può nascondere la consapevolezza di questa rappresentazione esterna. Egli dunque si ri-conosce: se prima era limitato alla conoscenza diretta e immediata del sé, rappresentata dall’immediatezza della polaroid, ora è posto di fronte a uno sguardo esterno, quindi mediato, del cui giudizio non può essere istantaneamente a conoscenza. 
La conoscenza piena del sé deriva dunque da questa duplice affermazione: un’affermazione personale, intima e profonda che viene dall’interno, ma mai completamente rivelata al di fuori, e un’affermazione esterna, filtrata, dunque dubbia e parziale. 
Ho compreso quanto personale diventa la fotografia finale poiché attraverso essa si può godere di un “ritorno” dello sguardo, quasi una reciprocità fra chi è fotografato, e guarda l’obiettivo, e chi all’esterno guarda la sua rappresentazione. Questo accade perché la persona rappresentata immagina chi sta osservando la fotografia, il quale, a sua volta, guarda la polaroid sul petto…

Il lavoro completo comprende il coinvolgimento di più o meno sessanta persone incontrate casualmente nei vari quartieri di Padova, durante il 2008. Le fotografie sono quasi esclusivamente scattate su pellicola e alcune con digitale; stampate su carta fotografica di circa 30x40 cm, montate su passpartout per un totale di 40x50cm.


  • 2009
  • b\w analog photo; fine arts paper
  • 40x50 cm